La tecnologia 5G e i beni culturali: percorsi di storie e architetture all’Aquila

Autori

  • Silvia Mantini Università degli Studi dell'Aquila
  • Fabio Graziosi Università degli Studi dell'Aquila
  • Fabio Franchi Università degli Studi dell'Aquila
  • Stefano Boero Università degli Studi dell'Aquila

DOI:

https://doi.org/10.36181/digitalia-00019

Parole chiave:

ICT, patrimonio, valorizzazione, fruizione, terremoto, L’Aquila, ricostruzione, comunicazione, heritage, valorization, fruition, hearthquake, restoring, communication

Abstract

All’indomani del terremoto del 2009, l’Università dell’Aquila ha realizzato progetti di tutela e valorizzazione dei beni culturali che rispondono a esigenze di comunicazione dell’invisibile, di fruizione del visibile differentemente collocato e del recupero di facies sparite. Con particolare riferimento al patrimonio storico-artistico della città, la tecnologia 5G ha permesso la sperimentazione di soluzioni di realtà aumentata e virtuale che hanno riguardato chiese e palazzi ricostruiti. La traduzione delle ricerche d’archivio in approcci storici digitali, in pratiche di public history e in esperienze di editoria aumentata ha consentito, attraverso le ICT, una più ampia accessibilità ai contenuti multimediali da parte di diversi pubblici di fruitori.

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Pubblicato

2020-12-23

Come citare

Mantini, S., Graziosi, F., Franchi, F., & Boero, S. (2020). La tecnologia 5G e i beni culturali: percorsi di storie e architetture all’Aquila. DigItalia, 15(2), 117–125. https://doi.org/10.36181/digitalia-00019

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