Tra ricerca e catalogo: un nuovo software per la descrizione dei manoscritti in Germania
Parole chiave:
Prini, Manoscritti, CNRS, OCR, Google Print, ManuscriptumXML, thesauri, HiDA3, PND, Giel, Staatsbibliothek, Petrarca, XML, Druckansicht, Tabelleansicht, editor, Deutsche Forschungsgemeinschaft,Abstract
«L’informatica non conosce innovazioni concettuali significative da almeno 30 anni» afferma Gianfranco Prini (Università degli Studi di Milano), mentre in una lezione privata discute con ricercatori umanisti sulle applicazioni delle nuove tecnologie ai loro campi di studio. Anche gli strumenti di archiviazione elet-tronica utilizzabili da storici, storici dell’arte, studiosi di letteratura e bibliologi sostanzialmente non sono cambiati negli ultimi decenni. Le prime forme di trattamento del testo, non dissimili da quelle attuali, risalgono all’inizio degli anni Settanta del secolo scorso; i database più antichi (se ormai dobbiamo parlare di storia dell’informatica ci sia consentito questo aggettivo) vennero poco dopo e ancora oggi sono questi i sistemi fondamentali utilizzati nella registrazione di tutta l’informazione pubblicata e fatta circolare in Rete. Persino i linguaggi di marcatura, che pure hanno caratteristiche molto importanti proprio per gli umanisti, dal punto
di vista concettuale non si distinguono significativamente dai database, poiché – spiega ancora Gianfranco Prini – «entrambi i formalismi impongono una struttura predefinita alla rappresentazione dei dati, al fine di consentirne un trattamento efficiente con procedure altrettanto predefinite».
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Pubblicato
2005-04-18
Come citare
Barbero, G. (2005). Tra ricerca e catalogo: un nuovo software per la descrizione dei manoscritti in Germania. DigItalia, (1), 101–104. Recuperato da https://digitalia.cultura.gov.it/article/view/346
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