Archivi d’impresa e documenti informatici
Abstract
PremessaSui temi della documentazione digitale in area europea e anglosassone, si lavora da tempo, soprattutto nei termini della conservazione a lungo termine e del rischio della sua perdita permanente.
«Sull’argomento si incrociano le riflessioni più generali dell’archivistica e dello sviluppo tecnologico – condivisione di standard e formati ad esempio – a temi più specifici quali il mantenimento dell’autenticità dei documenti nel tempo o
le strategie conservative».
Si sono così portati a termine progetti internazionali estremamente evoluti quali InterPares (International Research on Permanent Authentic Records in Electronic System) 2 con le due fasi (1 e 2) dal 1999 al 2007, fornendo i riferimenti metodologici rispetto all’autenticità, all’affidabilità, alle metodologie produttive e conservative di quei documenti generati in ambienti digitali interattivi e dinamici quali i
settori artistico, scientifico e dell’e-government.
Nonostante le generali e diffuse conoscenze, il raggiungimento di un buon grado di standardizzazione a livello tecnologico e una più generalizzata alfabetizzazione informatica, gli addetti ai lavori discutono oggi in due direzioni. Da una parte la scuola americano-canadese di InterPares 1 e 2 che si concentra sul filone della conservazione di lungo periodo non affidata a chi produce i documenti ma, almeno per gli enti pubblici e per quella parte di documentazione “socialmente rilevante”, delegata a grandi istituzioni dello stato. Si arriva così a ipotizzare grandi depositi digitali sul modello del Super Computer Center di San Diego.
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Pubblicato
2008-01-20
Come citare
Bilotto, A., & Perondi, G. (2008). Archivi d’impresa e documenti informatici. DigItalia, 3(1), 90–97. Recuperato da https://digitalia.cultura.gov.it/article/view/445
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