Fondi, Possessori ed Esemplari nell'Indice SBN
Nell’ambito del progetto Indice 3 relativo alla reingegnerizzazione ed evoluzione dell’Indice del Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN), l’Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane (ICCU) ha previsto la possibilità di gestire a livello centrale i fondi di persona/ente presenti nelle biblioteche SBN e finora gestiti solo a livello locale. In concreto, l’Istituto sta sviluppando il progetto Fondi-Possessori-Esemplari che mette in relazione tra di loro questi elementi. La centralizzazione in Indice SBN delle informazioni relative all’esemplare, al fondo, a provenienza/possessore e ai legami reciproci permetterà una gestione condivisa con tutte le biblioteche SBN per mezzo di un ampliamento dell’attuale struttura. Ad oggi, ciascun polo SBN che tratta questa tipologia di dati, lo fa in completa autonomia generando un proliferare di sistemi dissimili e offrendo ai propri utenti una possibilità di interrogazione molto diversificata e parziale. Con questo nuovo progetto, di rilevanza non solo per la comunità SBN, gli utenti avranno un punto di accesso unico per la ricerca integrata sui fondi, i possessori e gli esemplari.
Introduzione
Negli ultimi anni, nell’ambito degli studi bibliografici, si è riscontrato un crescente interesse per aspetti legati alla circolazione del libro, alla sua distribuzione e diffusione, nonché al suo pubblico. Ne sono prova i numerosi convegni organizzati in Italia negli ultimi anni, seguiti da un pubblico sempre maggiore di studiosi e appassionati del settore, e importanti progetti e iniziative nazionali che hanno avuto come oggetto lo studio degli esemplari - e quindi dei “segni” della propria storia che reca la singola copia - dei fondi conservati dalle biblioteche e dei possessori1, anche con la realizzazione di archivi controllati (di persone, famiglie e istituzioni)2.
L’importanza storica della ricostruzione bibliografica delle raccolte è stata ribadita più volte dagli studiosi. Lorenzo Baldacchini scrive che:
«la funzione documentaria accanto all’aspetto che potremmo definire “archeologico” che riguarda il libro come singolo manufatto, ne comprende un altro, bibliografico, da qualcuno paragonato impropriamente a quello archivistico, che riguarda il libro inserito in un insieme più vasto (raccolta, fondo, biblioteca), e quindi i suoi rapporti con altri libri: appartenenza ad un fondo, provenienza di questo e sua eventuale fusione con altri, sistemazione e organizzazione del fondo e del singolo pezzo al suo interno»; «nonostante molti si ostinino ancora a negarlo, esiste un preciso rapporto con il territorio [...] anche dei beni librari, considerati non come singolo e magari “raro” pezzo, ma come insieme di raccolte che sono ad un tempo espressione e funzione dello sviluppo culturale di una realtà, regionale, cittadina, al limite di quartiere».
E aggiunge: «dovremmo perciò tenere conto di questo duplice aspetto del libro antico per trattarlo correttamente»3.
Da un punto di vista pratico, Alberto Petrucciani ribadisce «che il modo di procedere più opportuno sia oggi, non quello di censimenti basati su formali criteri bibliografici (di cinquecentine, di seicentine, ecc.), ma quello di una ricognizione integrale, topografica e sistematica, delle collezioni»4; e sottolinea l’importanza di un “catalogo integrato” di tutti i materiali – che costituiscono un insieme unitario.
Sulla base di queste esigenze, l’Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane (ICCU)5 ha deciso di dare vita al progetto Fondi-Possessori-Esemplari con la finalità di offrire uno strumento aggiuntivo nel Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN)6, di rilevanza nazionale per lo studio dei fondi. Il progetto si basa sulla condivisione a livello centrale, nell’Indice SBN, delle informazioni relative agli esemplari e ai loro legami con provenienze7 e possessori, che potranno essere arricchite da ulteriori informazioni descrittive del fondo a cui appartengono grazie all’integrazione con la base dati dell’Anagrafe delle biblioteche italiane.
Ad oggi, non esiste infatti a livello nazionale una struttura unica che raccolga questi dati e ne permetta l’interrogazione. La gestione dei dati relativi a fondi, possessori/provenienza - esemplari, in questi anni, e in carenza di un progetto nazionale, è stata portata avanti a livello locale da alcuni poli e biblioteche, con iniziative meritevoli, ma limitate necessariamente a una possibilità di interrogazione parziale e frammentaria.
La creazione di una struttura condivisa consentirà alle biblioteche SBN di inviare a livello centrale questa tipologia di dati, che ad oggi sono ospitati in sistemi dissimili, sviluppati in autonomia dagli istituti. Gli studiosi potranno beneficiare in questo modo di un punto di accesso unico per la ricerca, sfruttando l’enorme ricchezza dell’Indice SBN per scoprire inedite connessioni e relazioni tra i documenti.
Il progetto è alle fasi conclusive di realizzazione per quanto riguarda gli aspetti di back-end, consistenti nella creazione di una infrastruttura per accogliere i dati in Indice SBN. Seguirà, a questa fase di sviluppo, la possibilità di ricerca con apposita funzione nell’Opac SBN8, con la realizzazione degli indici e dell’interfaccia utente.
La struttura predisposta in Indice verrà progressivamente popolata, grazie all’apporto delle biblioteche, e sarà messa a disposizione dell’utenza nell’Opac SBN non appena il numero dei dati consentirà di effettuare un’efficace ricerca.
Il progetto si inserisce all’interno del più ampio disegno di reingegnerizzazione dell‘Indice SBN, il progetto Indice 3 che, oltre all’aggiornamento tecnologico, prevede diversi interventi evolutivi.
Perché un progetto per Fondi-Possessori-Esemplari
Nell’Indice SBN non esistono al momento dati pertinenti alle diverse copie della medesima notizia bibliografica presenti nella stessa o in diverse biblioteche. Ci riferiamo, ad esempio, ai dati gestionali come inventario e collocazione. Questa impostazione risponde alla filosofia e all’architettura di SBN, in cui all’Indice è assegnato il compito di registrare solamente le informazioni condivisibili tra tutte le biblioteche della rete. Ciò consente, tra l’altro, un traffico limitato nello scambio di dati Polo-Indice. Informazioni quali i dati inventariali e di collocazione, la disponibilità dei materiali, le informazioni relative all’utenza bibliotecaria, sono presenti solo nelle basi dati periferiche dei poli SBN (Fig. 1).
Figura 1. Architettura di SBN: al centro si trova l’Indice SBN che colloquia con le basi dati dei poli e condivide con essi parte dei dati. I poli SBN sono strutture tecnico-amministrative che permettono alle biblioteche aderenti al polo di scambiare informazioni con l’Indice. Nelle basi dati di polo si trova una tipologia di dati maggiore rispetto a quelli presenti in Indice
I dati condivisi sono quelli visibili nell’Opac SBN e permettono l’individuazione del documento di interesse e delle biblioteche che lo possiedono. Attraverso le localizzazioni dell’Opac SBN l’utente può accedere direttamente ai cataloghi locali che permettono l’attivazione dei servizi di prestito e consultazione.
Solo nelle basi dati di polo esistono quindi le informazioni relative agli esemplari e, di conseguenza, anche quelle pertinenti ai possessori/provenienza eventualmente collegati. I dati relativi sono disponibili e visibili unicamente in applicazioni di poli e biblioteche che abbiano curato autonomamente sia la raccolta dei dati che la realizzazione di un’apposita interfaccia per la ricerca. In Italia se ne annoverano diverse, a volte nate per esigenze di servizio a disposizione del personale interno, ma che hanno subito suscitato l’interesse presso un pubblico più vasto e quindi aperte a tutti.
Già da tempo nell’Opac di polo messo a disposizione dall’ICCU, e anche in alcuni altri Opac commerciali, è possibile, in ricerca avanzata, selezionare il campo Possessore dal menu a tendina. Ricordiamo, ad esempio, il catalogo del Censimento regionale delle edizioni del XVI secolo dell’Emilia-Romagna9 (Fig. 2), quello del catalogo del Polo degli Istituti culturali di Roma IEI10 (Fig. 3) e del catalogo del sistema bibliotecario padovano11 (Fig. 4).
Figura 2. La lista dei possessori a fronte di una ricerca nel canale Possessori nell’Opac del Polo CER
Figura 3. La ricerca dei possessori nell’OPAC del Polo degli Istituti culturali di Roma IEI
Figura 4. La ricerca dei possessori nel Discovery del Sistema bibliotecario padovano
La ricerca, tuttavia, si limita al possessore; non è possibile, ad esempio, effettuare ricerche sui fondi di una biblioteca e vederne i possessori collegati.
Accanto a questa tipologia di ricerca all’interno degli Opac locali, vanno segnalati dei siti tematici sull’argomento. Per citare qualche caso significativo tra le molte iniziative presenti in SBN, ricordiamo l’Archivio possessori della Biblioteca nazionale Marciana di Venezia12 (Fig. 5) e quello della Biblioteca nazionale di Napoli13 (Fig. 6).
Figura 5. La maschera di ricerca dei possessori messa a disposizione dalla Biblioteca Marciana di Venezia
Figura 6. La maschera di ricerca dei possessori messa a disposizione dalla Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli
Come si può immaginare, le possibilità di ricerca sono diverse come diversa è anche la presentazione dei risultati ottenuti. Questo aspetto non agevola la ricerca dello specialista che si vede costretto a consultare molteplici basi dati con diverse modalità, ottenendo risultati spesso non omogenei tra loro.
Date queste premesse, risulta ancora più evidente l’esigenza di una struttura di livello nazionale capace di accogliere i contributi delle diverse realtà SBN in un unico punto di aggregazione e di mettere a disposizione la consultazione dei dati relativi a possessori e provenienze a livello nazionale. L’Indice SBN appare la struttura più idonea a rivestire tale ruolo anche per questa tipologia di dati.
Un altro aspetto gioca a favore dell’utilizzo dell’Indice SBN: la catalogazione partecipata, la regola principale su cui si basa il funzionamento di SBN stesso. Tale metodo risulta al contempo efficiente ed economico per il lavoro dei bibliotecari che partecipano alla rete. In pratica, ogni elemento del reticolo bibliografico (titolo, nome, marca ecc.) viene creato dal bibliotecario che per primo ne ha bisogno per catalogare una determinata risorsa; i catalogatori che successivamente avranno la necessità di utilizzare questo elemento dovranno semplicemente catturarlo e, se necessario, modificarlo e completarlo mettendo questa nuova versione a disposizione di tutta la comunità SBN. Attraverso complessi meccanismi di allineamento, tutti gli elementi che compongono la notizia bibliografica vengono costantemente replicati tra i poli e l’Indice SBN.
Il criterio di condivisione partecipata degli elementi del reticolo riguarda ovviamente solo i dati comuni. Tra questi attualmente non sono presenti gli archivi dei possessori che ciascun Polo, mancando in Indice una struttura che li ospiti, mantiene nella propria base dati locale.
Fanno eccezione, rispetto alla situazione appena descritta, i poli che sono entrati a far parte della piattaforma SBNCloud14. In questo caso, in fase di migrazione dal vecchio al nuovo applicativo, l’authority Possessori viene migrato e armonizzato all’interno dell’archivio di authority Nomi/Enti, rendendo possibile una efficace pulizia e normalizzazione tra elementi uguali.
Il progetto
L’idea di sviluppare per Fondi-Possessori-Esemplari una funzionalità apposita non è recentissima: studiosi, ricercatori ma soprattutto bibliotecari in varie circostanze hanno chiesto all’ICCU la disponibilità a livello centrale di questa tipologia di informazioni, il cui recupero era possibile solo attraverso la consultazione delle singole basi dati locali.
Su questa spinta, circa otto anni fa, l’ICCU ha costituito un gruppo di lavoro che ha avuto come scopo quello di verificare la realizzabilità di una linea fondi - possessori – esemplari a livello centralizzato, effettuando un’analisi di fattibilità e un censimento delle basi dati dedicate, incrementate da biblioteche SBN15.
Nella fattibilità si è tenuto conto dell’aspetto relativo alla presenza di dati già esistenti a livello locale: elemento rilevante, tendendo conto che la nuova struttura costruita per ospitare i dati nasce “vuota”, e per il suo popolamento, che avverrà grazie alla cooperazione dei Poli, saranno necessari dei tempi lunghi. Per questo l’ICCU analizzerà la possibilità di creare una procedura di importazione nell’Indice SBN delle basi dati esistenti, almeno quelle più rilevanti per consistenza e importanza.
Per meglio comprendere come è strutturata la funzione e quali saranno i dati messi a disposizione per la ricerca in Opac, descriviamo in sintesi i tre elementi che, in una sorta di triangolazione, si legano tra loro permettendo di ottenere risultati interconnessi.
Partiamo dall’entità Fondo. La soluzione adottata dall’ICCU, attualmente in fase avanzata di realizzazione, prevede il coinvolgimento diretto dell’Anagrafe delle biblioteche italiane.
Gestione dei fondi nell’Anagrafe delle biblioteche italiane
La base dati dell’Anagrafe delle biblioteche italiane - gestita dall’ICCU, frutto di un importante progetto avviato alla fine degli anni ‘80 con la finalità di censire tutte le biblioteche esistenti sul territorio italiano - costituisce oggi un importante strumento di conoscenza a livello nazionale dei fondi speciali conservati dalle biblioteche.
La scheda di censimento per la redazione del Catalogo delle Biblioteche d’Italia16 - che costituì la prima forma di pubblicazione dei dati raccolti - prevedeva pochi elementi identificativi del Fondo, indicandone sinteticamente la denominazione e la descrizione (breve indicazione del suo contenuto). La ricercabilità dei fondi era garantita attraverso un indice per “denominazione”.
Con la reingegnerizzazione della base dati avvenuta nel 2000, l’Anagrafe delle biblioteche italiane è divenuta consultabile in rete17 e, tra gli altri interventi, è stato esteso anche il profilo descrittivo dei Fondi speciali, per cui sono stati aggiunti alla denominazione e descrizione anche la classificazione Dewey, le condizioni di disponibilità del fondo da parte dell’istituto conservatore, l’indicazione del catalogo/inventario ed eventuale URL della risorsa.
I Fondi speciali registrati in Anagrafe, descritti da questi elementi – la maggior parte dei quali obbligatori per la registrazione sulla base dati – ad oggi, sono quasi 10.000. Si tratta di fondi librari, ma anche archivistici, di diversa natura e tipologia, conservati da biblioteche di pubblica lettura, di conservazione, specializzate e di ricerca, biblioteche pubbliche o biblioteche private. I fondi, pervenuti nelle istituzioni bibliotecarie a seguito di lasciti, donazioni, depositi o acquisti, sono costituiti da una pluralità di tipologie di materiali, come libri, documenti, fotografie, ma anche oggetti di natura museale prodotti, ricevuti e raccolti da istituzioni, persone o famiglie.
Non è semplice una classificazione delle diverse tipologie censite ma, considerando il nucleo più rappresentativo18, possiamo distinguere collezioni e raccolte di natura bibliografica legate a un possessore, che individuano un insieme organico di esemplari collezionati da una persona, una famiglia o una istituzione, oppure risultato dell’attività dello stesso istituto conservatore che ha raccolto e organizzato le copie con un criterio specifico, come ad esempio il valore storico-artistico, la tipologia documentaria o un tema o soggetto particolare; fondi personali19, vale a dire biblioteche e archivi d’autore e di persona, raccolte ibride che testimoniano l’attività intellettuale di personalità significative del mondo della cultura, delle professioni e delle arti. In modo marginale, sono presenti anche fondi archivistici legati all’attività di un soggetto produttore.
Esula da questa classificazione la generica indicazione di “fondo antico”20, valore utile a indicare la quantità di patrimonio antico conservato dalla biblioteca.
Con la finalità di valorizzare questo vastissimo e altresì eterogeneo complesso di Fondi speciali descritti sulla base dati, si è dato avvio nel corso del 2024 a un progetto specifico di arricchimento ed estensione del profilo descrittivo della scheda dell’Anagrafe delle biblioteche italiane. Lo scopo è stato quello di potenziare le informazioni già a disposizione, fornendo una scheda descrittiva del Fondo che potesse assumere la funzione di completare i dati presenti nell’Indice SBN, facendo emergere le relazioni tra il complesso e il possessore/collettore, ma anche le connessioni tra i documenti che ne fanno parte.
L’importanza a livello catalografico di un modello di descrizione di intere collezioni, che possa accogliere informazioni generali e d’insieme sul complesso documentario – informazioni spesso demandate alle pagine web delle biblioteche o desumibili parzialmente nei cataloghi dalla descrizione delle singole copie – è stata spesso sottolineata21 nell’ambito degli studi sul libro antico per la ricostruzione delle raccolte, ma anche in ambito moderno e contemporaneo per i fondi personali, dove è necessario conservare le relazioni tra la raccolta libraria e materiale di altra tipologia non descritto dal catalogo, come documenti d’archivio, carteggi ma anche oggetti prodotti o appartenuti al possessore.
L’utilità catalografica di una descrizione a livello del fondo è riconosciuta anche nell’ambito di materiali speciali descritti in SBN, in particolare le fotografie. Questi materiali sono spesso descritti complessivamente come fondi fotografici: si tratta di cospicue collezioni e raccolte di fotografie realizzate dagli anni Trenta del XIX secolo ai nostri giorni, pervenute alle biblioteche a seguito di lasciti, donazioni, depositi o acquisti e riconducibili a diverse tipologie22 che, sulla base delle modalità di aggregazione e sedimentazione, possono essere assimilabili a raccolte di natura bibliografica o a fondi archivistici.
In mancanza di un modello consolidato di scheda descrittiva del fondo, almeno per quanto riguarda l’ambito bibliografico, si è provveduto a integrare la struttura dati dell’Anagrafe delle biblioteche italiane sulla base delle indicazioni che sono state elaborate in seno a importanti progetti nazionali23 e in linea con lo standard archivistico ISAD (G)24, per quanto attiene le componenti descrittive essenziali del fondo, così da favorire l’interoperabilità dei dati e la possibilità di scambio con altri sistemi, anche afferenti ad altri domini, in considerazione dello sviluppo di piattaforme digitali integrate che possono mettere in relazione informazioni provenienti da diversi cataloghi25 o fonti differenti del patrimonio culturale.
La scheda, che parte dalla struttura già esistente del Fondo speciale dell’Anagrafe delle biblioteche italiane, è stata articolata in modo da consentire la descrizione di fondi librari ma anche archivistici, che spesso sono conservati e gestiti dalle Biblioteche, così da fornire agli istituti uno strumento unico per la loro descrizione. Nella scheda Fondo di Anagrafe si potrà dare indicazione anche di materiale non gestito da SBN, come documenti archivistici o manoscritti, spesso collegati allo stesso fondo.
Con lo sviluppo sono stati inseriti numerosi attributi finora non disponibili, in aggiunta a quelli già esistenti (denominazione, classificazione Dewey, disponibilità, presenza catalogo/inventario):
- l’identificazione con codice univoco (collegato all’ISIL26 della biblioteca);
- la descrizione/storia - campo ampliato fino a 5000 caratteri;
- una classificazione per tipologia per distinguere i fondi librari (collezioni speciali, raccolte ecc.) dai fondi archivistici e dai fondi “misti” (contenenti oggetti bibliografici, documenti d’archivio e altre tipologie anche non riconducibili a SBN);
- la relazione con un soggetto produttore o un possessore ente-persona-famiglia (registrato come “provenienza”), descritto secondo le norme dell’Authority Nomi/Enti SBN27 a cui è possibile associare, se esistente, il permalink della scheda SBN e delle note storiche;
- la relazione con altri fondi conservati dalla stessa o da altre biblioteche;
- la copertura cronologica del fondo;
- la consistenza;
- l’indicazione delle prevalenti tipologie documentarie (come manoscritti, periodici, risorse cartografiche, risorse grafico-iconiche, risorse musicali, risorse elettroniche ecc.);
- la modalità di acquisizione;
- la bibliografia di riferimento.
Figura 7. L’elenco dei Fondi speciali nel gestionale dell’Anagrafe delle Biblioteche Italiane
Figura 8. La scheda Fondi speciali nel gestionale dell’Anagrafe delle Biblioteche Italiane
L’introduzione di una scheda fondo, strutturata e ricca di informazioni, è un importante passo avanti e una spinta alla valorizzazione dei fondi conservati nelle biblioteche italiane, la cui gestione è spesso limitata e frammentata nei diversi sistemi locali. L’arricchimento della base dati dell’Anagrafe delle biblioteche italiane potrà avvenire grazie al contributo della comunità SBN, ma anche dei singoli istituti censiti che potranno inviare a livello centrale informazioni più dettagliate sui fondi conservati. Lo sviluppo consentirà al ricercatore di interrogare complessivamente i fondi esistenti a livello nazionale sulla base dati, utilizzando numerosi filtri di ricerca, tra quelli disponibili nell’avanzata del sito di Anagrafe (denominazione, tipologia, descrizione, provenienza/soggetto produttore), con la possibilità di restringere l’indagine anche per area geografica o per datazione, senza dover ricorrere a frammentate esplorazioni su diversi sistemi o piattaforme, difformi per la struttura dei dati.
Figura 9. La ricerca avanzata sui Fondi speciali sul sito dell’Anagrafe delle biblioteche italiane
La ricerca sui Fondi registrati da Anagrafe è disponibile anche attraverso la il portale Alphabetica28, mediante il canale “Biblioteche”.
Figura 10. Il dettaglio di un fondo speciale pubblicato sull’Anagrafe delle Biblioteche Italiane
Grazie all’intervento evolutivo, ogni Fondo non è più un semplice elemento descrittivo della scheda della biblioteca, ma è identificato in modo univoco da un codice, composto dal codice ISIL seguito da un numero progressivo, aspetto indispensabile per la sua riconoscibilità da parte dell’Indice SBN, ma anche di altri sistemi.
Tutti gli elementi descrittivi relativi ai fondi gestiti da Anagrafe sono rilasciati con licenza CC0 sotto forma di Open Data, aggiornati quotidianamente, in formato XML e disponibili nella pagina dedicata del sito29; sono inoltre pubblicati anche come LOD, insieme agli altri dati relativi alle biblioteche, sul portale www.dati.gov.it. Come per gli altri sistemi gestiti dall’ICCU, è possibile interrogare e recuperare i dati anche attraverso API.
Figura 11. I fondi sul canale Biblioteche di Alphabetica
Nel progetto realizzato dall’ICCU le schede Fondo, così arricchite, continueranno a essere gestite, ovvero create e aggiornate, attraverso la base dati dell’Anagrafe delle biblioteche italiane, e verranno messe in relazione ai record bibliografici nell’Indice, con un potenziamento della ricerca nell’Opac SBN, dove l’utente potrà individuare tutti gli esemplari collegati a un fondo speciale.
Con lo sviluppo, i fondi censiti sulla base dati verranno caricati sul data base di Indice 3 con apposita procedura batch che inserirà le nuove schede o le aggiornerà a cadenza regolare, mettendo a disposizione di ciascuna biblioteca i dati collegati ai fondi gestiti.
Possessori/Provenienza
Nella nuova funzionalità i nomi utilizzati per designare un possessore o una provenienza fanno parte integrante dell’archivio Nomi/Enti, con una propria scheda di autorità. Si caratterizzano come possessore/provenienza esclusivamente quando posti in relazione con un esemplare o un fondo. Nel rispetto del formato UNIMARC30 tale legame viene espresso attraverso i codici di relazione 320 donatore, (in SBN provenienza), e 390 possessore precedente (in SBN possessore).
Da notare che lo stesso nome/ente può essere utilizzato indifferentemente sia in relazione ad una manifestazione (quindi alla notizia bibliografica) che all’esemplare, dichiarandone lo specifico livello di autorità e utilizzando il codice di relazione opportuno. Attraverso l’utilizzo di una nota può essere dettagliato il tipo di relazione che lega l’esemplare al nome associato o altre informazioni ritenute importanti.
Nella gran parte dei casi un fondo è associato ad uno o più nomi o ad un ente. Nella funzione viene data la possibilità di esplicitare tale relazione attraverso un legame tra un fondo e uno o più nomi, sempre descritti preventivamente in Authority Nomi/Enti e collegati attraverso il codice di relazione 060, nomi associati.
Gli Esemplari
La parte più consistente del progetto riguarda l’inserimento a livello centrale dei dati relativi all’esemplare. In Indice SBN il livello di rappresentazione dei documenti è quello della notizia bibliografica, non delle copie fisiche possedute dalle biblioteche; queste informazioni, come abbiamo detto, risiedono sulle basi dati locali. Si è dunque resa necessaria l’introduzione in Indice di un livello ulteriore, quello dell’esemplare, integrando i dati di ciascuna specifica copia nelle localizzazioni legate alle notizie bibliografiche. Ogni biblioteca potrebbe, infatti, possedere più di una copia relativa alla stessa notizia bibliografica.
Non tutti gli esemplari verranno riversati in Indice ma solo quelli che possiedono almeno una relazione con un fondo e/o con un possessore/provenienza; inoltre per ogni esemplare verranno riportati in Indice solo i dati sufficienti a identificare univocamente ogni singola copia. Non ci sarà quindi un riversamento generalizzato di tutti gli esemplari e dei relativi dati presenti nelle basi dati locali.
Per identificare univocamente la copia abbiamo preso in considerazione i dati inventariali e di collocazione che, uniti al codice ISIL della biblioteca, permettono con certezza di individuare l’esemplare. Le copie registrate possono essere messe in relazione al fondo cui appartengono o ad un nome descritto precedentemente nell’Authority Nomi/Enti e legato all’esemplare mediante l’uso degli specifici codici di relazione: 390 possessore o 320 provenienza.
I tre elementi in gioco
Una volta inseriti tutti gli elementi e le relazioni necessarie alla descrizione di un fondo di biblioteca o le relazioni che intercorrono tra determinati esemplari e i possessori, abbiamo tutte le informazioni per consentire ricerche a livello nazionale sulle possibili interazioni tra fondi, possessori/provenienza ed esemplari.
A esempio, si potranno incrociare i dati tra un fondo e gli esemplari che lo compongono, oppure, a partire da un possessore, ottenere un elenco di esemplari ad esso associati o ancora, partendo da una copia, conoscere i personaggi che lo hanno posseduto.
Conclusioni
La possibilità di interrogare o ricostruire, a partire da un unico punto di accesso, il patrimonio costituente un fondo, a volte smembrato per disparate vicissitudini e conservato in diverse biblioteche, è uno dei principali punti attrattivi di questo progetto che lo rende di grande interesse per studiosi e professionisti.
L’estensione del principio della catalogazione partecipata anche all’archivio possessori e la creazione di ciascuna voce di autorità condivisa a livello centrale favorirà il lavoro dei catalogatori. In questo modo le schede di autorità potranno essere arricchite grazie all’apporto di ciascuna biblioteca anche con dati di difficile reperibilità al di fuori del contesto locale.
Anche per la descrizione dei fondi, la centralizzazione delle informazioni all’interno dell’Anagrafe delle biblioteche italiane potrà favorirne la ricerca.
Gli utenti avranno l’indubbio vantaggio di poter effettuare un’unica ricerca a livello nazionale, anziché ripetere l’interrogazione su cataloghi diversi e dover confrontare a posteriori i risultati ottenuti.
Queste novità rendono maggiormente qualificato il sistema SBN nel suo insieme, in termini di ottimizzazione dei processi e arricchimento dei dati, offrendo un servizio migliore ai propri utenti, siano essi bibliotecari o utenti del catalogo.
Infine il progetto, valorizzando i beni librari, faciliterà la connessione tra entità e dati provenienti da contesti e domini differenti, generando nuove relazioni conoscitive, con una convergenza sempre maggiore tra biblioteche, archivi e musei.
L’ultima consultazione dei siti web è avvenuta nel mese di dicembre 2025.
Note
- Per avere un’idea della quantità dei progetti, si rinvia al dossier relativo agli archivi controllati di possessori: Cataloghi, biblioteche e dati di esemplare: un dossier internazionale sulle banche dati delle provenienze = Catalogues, libraries and copy-specific evidence: an international dossier on provenance databases, «La Bibliofilía», 117 (2015), n. 3, p. 309-366, e in particolare al contributo in esso pubblicato di Luca Rivali dal titolo: Storia del libro e provenienze: introduzione al dossier, p. 309-317. In merito alle iniziative nazionali nell’ambito del libro moderno e contemporaneo, e in particolare delle biblioteche d’autore, si veda l’attività della Commissione nazionale biblioteche speciali, archivi e biblioteche d’autore dell’AIB, <https://www.aib.it/struttura/commissioni-e-gruppi/gbaut/>, che ha pubblicato le linee guida sul trattamento dei fondi personali: <https://www.aib.it/struttura/commissioni-e-gruppi/gbaut/strumenti-di-lavoro/linee-guida-sul-trattamento-dei-fondipersonali/>.
- Per una panoramica sulle principali basi dati si rimanda all’articolo di Flavia Bruni, Per un indice condiviso di possessori e provenienze in SBN: una prospettiva concreta, «AIB studi», 60 (2020), n. 2, p. 293-309, <https://doi.org/10.2426/aibstudi-12262>.
- Lorenzo Baldacchini, Il libro antico, Roma: Carocci, 2001, p. 16.
- Alberto Petrucciani, Dai censimenti bibliografici alla storia della cultura e della società: riflessioni sul ruolo delle biblioteche tra ricerca e comunità, «Nuovi annali della scuola speciale per archivisti e bibliotecari», 34 (2020), p. 257-270.
- https://www.iccu.sbn.it/it/.
- SBN è la più importante infrastruttura culturale italiana. Ha una struttura stellare in cui al centro si trova l’Indice SBN, che è collegato ai poli SBN. Questi ultimi, a loro volta, permettono alle biblioteche aderenti a ciascun polo di scambiare con l’Indice le informazioni sulle schede catalografiche e sugli elementi di Authority (Nomi, Soggetti, Luoghi, Marche, Titoli dell’Opera). Per ulteriori approfondimenti: <https://www.iccu.sbn.it/it/SBN/>.
- Si definisce “provenienza” un particolare possessore, ovvero quello che ha preceduto l’attuale. Cfr. l’introduzione di Luca Rivali al dossier sulle banche dati di provenienza citato alla nota 1. La distinzione terminologica convenzionale tra possessore e provenienza è stata recepita e adottata nell’ambito del Servizio Bibliotecario Nazionale, si veda: Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche, Guida alla catalogazione in SBN: materiale antico, a cura dell’area Attività per la bibliografia, la catalogazione e il censimento del libro antico, Roma: ICCU, 2016, <https://norme.iccu.sbn.it/images/8/8e/Guida_SBN_Antico.pdf>.
- https://opac.sbn.it/.
- Polo del Censimento regionale delle Edizioni del XVI secolo dell’Emilia-Romagna (CER): <https://polocer.regione.emilia-romagna.it/opac/.do>.
- https://cloud.sbn.it/opac/IEI/02/ricercaSemplice.
- Polo SBN Universitario veneto (PUV): <https://galileodiscovery.unipd.it/discovery/search?vid=39UPD_INST:VU1>.
- <https://marciana.venezia.sbn.it/la-biblioteca/cataloghi/archivio-possessori>. Orsola Braides — Elisabetta Sciarra, L’Archivio dei possessori della Biblioteca nazionale Marciana: un database di provenienze, <https://marciana.venezia.sbn.it/sites/default/files/repositoryfile/pagine/2017/allegati/ircdl2016paper13_0.pdf>.
- <http://www.bnnonline.it/index.php?it/330/archivio-possessori>. Si veda: Simona Pignalosa, I possessori nella Biblioteca nazionale di Napoli: un Archivio di immagini, «DigItalia. Rivista del digitale nei beni culturali», 10 (2015), n. 1/2, p. 85-95, <https://digitalia.cultura.gov.it/article/view/1477>.
- SBNCloud è il gestionale open-source sviluppato dall’ICCU, che consente alle biblioteche di avvalersi della tecnologia Cloud-computing e di condividere il proprio patrimonio con la rete SBN. Il software si compone di micro-servizi che possono essere adottati in base alle proprie esigenze. Importanti evoluzioni riguardano la catalogazione semantica, le acquisizioni, la configurazione dei servizi e la gestione delle sale di lettura. SBNCloud è integrato con un servizio di Teca Digitale (Teca Centrale), che genera automaticamente i metadati associati alle risorse digitali caricate, a partire dai dati di catalogo. <https://www.iccu.sbn.it/it/SBN/sbncloud/>.
- Flavia Bruni ha parlato del progetto dell’ICCU nell’articolo già citato alla nota 2.
- Il primo volume che venne pubblicato fu quello relativo all’Umbria: Ministero per i beni culturali e ambientali - Ufficio centrale per i beni librari e gli istituti culturali, Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche - Regione Umbria, Catalogo delle biblioteche d’Italia. Umbria, Roma: ICCU; Milano: Editrice Bibliografica, 1993.
- https://anagrafe.iccu.sbn.it.
- I fondi registrati sono prevalentemente fondi di natura bibliografica. Si tratta di circa 7.000 fondi librari/collezioni, 800 fondi archivistici, 2.000 fondi misti. Questa prima classificazione – effettuata sulla base di un’attribuzione automatica basata sulle informazioni già disponibili sui fondi - sarà verificata e oggetto di revisione. I fondi “misti” - che non è stato possibile ricondurre alle altre tipologie - sono stati individuati per esclusione.
- I Fondi personali sono «complessi organici di materiali editi e/o inediti raccolti e/o prodotti da persone significative del mondo della cultura, delle professioni e delle arti prevalentemente dalla seconda metà del XIX secolo in poi». Definizione tratta da: Associazione italiana biblioteche. Commissione nazionale biblioteche speciali, archivi e biblioteche di autore, Linee guida sul trattamento dei fondi personali, versione 15.1. 31 marzo 2019, <https://www.aib.it/documenti/linee-guida-sul-trattamento-dei-fondi-personali/>.
- Sulla distinzione terminologica tra “fondi antichi” e “collezioni speciali” (assimilabili a “Fondi speciali”), si rimanda a Lorenzo Baldacchini e Anna Manfron nel saggio Dal libro raro e di pregio alla valorizzazione delle raccolte, in: Biblioteche e biblioteconomia: principi e questioni, a cura di G. Solimine e P. G. Weston, Roma: Carocci, 2015, p. 315-349: 323-326.
- Tra gli interventi sull’argomento, si rimanda al saggio già citato di Lorenzo Bianchini e Laura Manfron che sottolineano l‘importanza per lo studio del libro antico e dei fondi d’autore delle relazioni del singolo esemplare con altri manufatti dello stesso complesso documentario, Dal libro raro e di pregio alla valorizzazione delle raccolte, cit., p. 335-337. Alberto Petrucciani ha rimarcato la necessità per lo studio delle raccolte conservate dalle biblioteche di una “scheda-fondo”, «sistematicamente strutturata e integrata o integrabile con le altre (come del resto si fa de plano nei sistemi informativi archivistici)», Alberto Petrucciani, Dai censimenti bibliografici alla storia della cultura e della società, cit., p. 257-270.
- Tra queste si trovano: collezioni private, archivi di persona (di letterati, storici dell’arte e artisti in genere), archivi aziendali, archivi di studi e ditte di fotografia, archivi di fotogiornalismo, fototeche d’arte, archivi istituzionali, archivi di storia locale. Per la loro descrizione si rimanda alle Linee di indirizzo per i progetti di digitalizzazione del materiale fotografico, pubblicate dal gruppo di lavoro Gruppo di lavoro ICCU sulla digitalizzazione del materiale fotografico, Gennaio 2004, <https://www.iccu.sbn.it/export/sites/iccu/documenti/Linee_guida_fotografie.pdf>.
- Tra questi documenti si segnalano le già citate Linee guida sul trattamento dei fondi personali: <https://www.aib.it/documenti/linee-guida-sul-trattamento-dei-fondi-personali>. Per la “scheda fondo” si segnala anche il modello di Scheda di rilevazione dei fondi librari proposto dalla Regione Toscana, pubblicata da Paola Ricciardi — Maria Cecilia Calabri, Le biblioteche d’autore nel censimento dei fondi librari della Regione Toscana: tipologie e localizzazioni, in: Collezioni speciali del Novecento: le biblioteche d’autore: atti della Giornata di studio (Firenze, Palazzo Strozzi, 21 maggio 2008), Firenze: Polistampa, 2009, p.75-106.
- https://icar.cultura.gov.it/standard/standard-internazionali/isad-g.
- A proposito di un catalogo “integrato” si rimanda al saggio di Alberto Petrucciani, Dai censimenti bibliografici alla storia della cultura e della società, cit.
- Il codice ISIL (International Standard Identifier for Libraries and related organizations) è l’identificativo standard internazionale conforme alla norma ISO 15511 per le biblioteche e le organizzazioni collegate come archivi e musei, e viene assegnato dall’ICCU - Agenzia nazionale per l’Italia riconosciuta dall’ISIL Registration Authority - a tutti gli istituti che si registrano in Anagrafe. Il codice è un requisito necessario per l’identificazione univoca della biblioteca, ed è adottato per garantire l’interoperabilità dei sistemi con SBN e ILL-SBN.
- https://www.iccu.sbn.it/it/normative-standard/norme-per-la-catalogazione-in-sbn/.
- https://alphabetica.it/web/alphabetica.
- https://anagrafe.iccu.sbn.it/it/open-data/.
- https://www.ifla.org/units/unimarc-rg/.
