L’utilizzo della digitalizzazione nell’ICCD: stato dell’arte e prospettive
Parole chiave:
ICDD, Istituto centrale per il catalogo e la documentazione, Demoantropologico, Storico-artistico, Archeologico, Architettonico, Fotografia, Aerofototeca, Dagherrotipi, Stereoscopie, SIGEC, Beato, McPherson, Sommer, Le Lieure, Caneva, Cugnoni, Vale,Abstract
Le tecnologie digitali sono entrate a far parte ormai da alcuni anni degli strumenti di lavoro che l’ICCD impiega nelle attività di gestione della conoscenza del patrimonio storico-artistico, archeologico, architettonico e demoantropologico. Il digitale è, infatti, da un lato una tecnica che viene applicata con diverse finalità a seconda del contesto di utilizzazione, dall’altro è un linguaggio di comunicazione e accessibilità che svolge una funzione di eccellente ausilio a un ventaglio di attività potenziandone la portata informativa. Senza volerne esaltare acriticamente l’utilizzo, risulta abbastanza evidente che la digitalizzazione in quanto tale non ha le credenziali per vivere di vita autonoma. Al contrario essa si esalta di luce riflessa se sapientemente affiancata ad attività che presuppongono unlavoro di studio e approfondimento dell’oggetto (entità sulla quale agisce la digitalizzazione). La digitalizzazione, infatti, da sola non “parla”, non ha la facoltà di “tradurre” tout court contenuti, e anzi un abuso indifferenziato può determinare un ritorno di inefficacia rispetto agli obiettivi ipotizzati.
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Pubblicato
2005-04-13
Come citare
Berardi, E., Marsicola, C., & Sanzi Di Mino, M. R. (2005). L’utilizzo della digitalizzazione nell’ICCD: stato dell’arte e prospettive. DigItalia, (1), 97–100. Recuperato da https://digitalia.cultura.gov.it/article/view/332
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