Computabilità e traduzione interlinguistica: considerazioni sull’impiego dell’Intelligenza Artificiale in ambito traduttivo

Autori

  • Marika Angelucci Università “G. D’Annunzio” – Chieti-Pescara

Parole chiave:

Intelligenza Artificiale, Traduzione Automatica, formalizzazione, cognizione, imitazione

Abstract

Il presente articolo si inserisce nell’acceso dibattito attorno al settore multidisciplinare dell’Intelligenza Artificiale assumendo una postura specifica: il punto di vista traduttologico. La Traduzione Automatica, infatti, ha costituito la prima applicazione del computer in ambito umanistico, sia in virtù del generico interesse per lo studio del linguaggio umano, data la sua forte connotazione identitaria, sia per via della sua alta formalizzazione. Attraverso una panoramica delle architetture che si sono susseguite, s’intende focalizzare l’attenzione sul proficuo dialogo tra pratica e teoria, a cui si devono le riflessioni moderne sui meccanismi della traduzione, processo decisionale e di negoziazione. Tra queste: i limiti del passaggio interlinguistico, l’entropia dell’informazione, l’anisomorfismo delle lingue naturali, la mutua influenza di linguaggio e cognizione, la rilevanza delle informazioni extra-testuali e degli orizzonti cognitivi dei parlanti, il concetto di fedeltà testuale. L’approfondimento di tali aspetti apre a delle riflessioni di respiro più ampio, come la questione spinosa del rapporto tra intelligenza naturale e intelligenza artificiale, l’essenza della comprensione e il possibile impedimento euristico costituito dall’imitazione.

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Pubblicato

2024-07-19

Come citare

Angelucci, M. (2024). Computabilità e traduzione interlinguistica: considerazioni sull’impiego dell’Intelligenza Artificiale in ambito traduttivo. DigItalia, 19(1), 183–197. Recuperato da https://digitalia.cultura.gov.it/article/view/3017

Fascicolo

Sezione

Documenti e Discussioni